venerdì 26 giugno 2009

Questo è dedicato a te.


A tutti i padri che si lamentano per l'ennesimo stupro sentito al TG e la sera metto il cazzo in mano ai propri pargoli.

Per tutti quelli che odiano i ricchioni e la notte si fanno rompere il culo dal collega, quello con la bestia da 30 cm.

A tutte le mogli fedeli e rispettose che si sgrillettano pensando a Costantino, unto del grasso di Costanzo.

Per i fedeli di un dio a cui augurano la morte ogni giorno, travestito da cane o da porco.

A tutti quelli che sono quel che sanno ma che non ricordano un cazzo di niente.

Per tutti quelli che per primi giudicano e per ultimi crepano.

Per quelli a cui la vita non toglie ma regala, anche senza chiedere e pure a doppio.

Alle ragazze che sperano in un futuro migliore ma che hanno un presente nella figa, anche se solo per beneficenza.

Per tutti i ragazzi che durante la settimana si fanno il culo ma che il sabato sera dal culo non cacciano niente, nemmeno alla centrale degli sbirri.

A tutti quei paesini tranquilli ed accoglienti che non sono altro che una fogna a cielo aperto, con tanto di stronzi a galleggiarci allegramente.

Per tutti i rispettabili Joker in doppio petto, sempre con l'asso di bastoni in tiro.

A quelli che odiano i fottuti extracomunitari ma pippano coca colombiana comprata dagli albanesi, mentre una troia russia cerca di resuscitare quella cosa molliccia che spunta dalle mutande.

Per quelli che invocano la pietà per poi venderla per qualche spicciolo, o un pompino in macchina, sotto casa.

A questa nostra economia che pian piano si riprenderà. Si, si riprendera pure la merda appena sfornata, ancora fumante.

Per tutti quelli che non sono altro che carne ed aria sprecata ma che continuano a spregarne ancora, di aria, carne e vita.

A te che leggi.

Per me che scrivo.

"Ma vaffanculo!"

P.S. Questa è un'ennesima, stupida e fottuta dichiarazione di guerra.

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mercoledì 24 giugno 2009

Le mie palle girano. E girano. E girano...


Incomincio a credere che la rabbia sia l'unica cosa che ho mantenuto della mia infanzia.

No, non pensate ad una gioventù piena di sofferenze o penetrazioni anali, la mia è stata una gioventù come tante, normale, semplice, tranquilla.

Solo che sono nato con le palle girate, incazzato ed incazzoso, sempre e comunque.

Ho degli attimi di gioia, di felicità, ma a questi s'alternano giornate in cui farei saltare in aria mezzo continente, gustandoni la scena mentre sorseggio il ventesimo caffè della fottuta giornata.
Sono sprazzi di follia, di frustrazione, di distruzione, di annichilente nichilismo autodistruttivo-barbarico.

E tu vecchio, non rompermi i coglioni, del tuo passato non me ne frega un cazzo.

Il tuo alito ha l'odore dell'aldilà.

Come il mio.

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martedì 16 giugno 2009

Oggi, ieri, domani.


E ti fermi un secondo a riflettere.

Senti che in quel letto hai sputtanato anche il tuo ultimo barlume di dignità.
Non c'è speranza in quel sudore, in quegli odori, in quelle labbra gelide che mordono la tua pelle acida.

C'è solo disperazione ed un'ennesima sconfitta.

C'è solo paura che sbrana paura.

Quel senso di marciume che avverti è lì a ricordartelo: quel che fai è quel che sei.

Prossimo giro, prossima corsa del cazzo.

Oggi, ieri, domani.

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sabato 13 giugno 2009

L'Assenza


Bocche; flaccidi strappi di un umano impasto, fremono al ritmo di mille concetti, troppo occupate e salde nell'inoculare agli altrui sensi le proprie paure, troppo distanti dalle nere ombre delle proprie menti si avvolgono nell'ovattata "forma", filtro inumano dai propri orrori. Cosmi di profonde ed attonite fobie si parano d'innanzi, mostrandoti auree d'innaturale essere, vomitandoti addosso suoni difformi dai loro silenzi. Li vedi tremare:parlano,mordono, fumano, bevono..tentano smorfie di sereni sorrisi che sanno di odio e rabbia, larve del rifiuto nella caducità del loro essere. Seppur costanti nel vivere del loro ruolo di modellata melma, ti mostrano la forma che smaltano di loro...pur melma rimane. Il tempo, umano metro per gli umani fallimenti, li schiaccia sotto la greve macina dell'ineluttabile...lentamente...ora dopo ora la loro pelle diventa dimora più stretta di un malessere inlevigabile.

L'eco delle loro voci taglia segando nervi ed ossa della tua miserevole comparsa, crescendo sottile......



Distogli lo sguardo,.....



socchiudi gli occhi in precedenza sgranati e fissi,...




sorridi.

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Nella Terra di Mezzo.


Cazzo.

Dopo una delle tante giornate lavorative che ti succhiano l'anima dal buco del culo, torno a casa, mi sparo una doccia fredda ed esco per sorseggiare un caffè di merda, circondato dalla popolazione giovanile che infesta il mio bel paesotto.

Sono le 23 di un sabato come tanti altri.

Il bar è ripieno di ragazzi sulla ventina, tutti pronti per una serata a base di house music, figa fresca e coca tagliata male.

Mi accomodo fuori, pacco di sigarette alla mano e solitudine a condire il tutto.

Lascio che il flusso caotico di tutto quel ciarpame giunga alle mie orecchie, curioso di perdermi nei cosidetti "cazzideglialtri".

Ascolto e fumo, sorseggiando pessimo caffè.

Parlano di niente, ridono del nulla, aspettano qualcosa, forse.

Sono semplicemente lì, in attesa, eccitati e deliranti.

Vedo giungere un paio di famiglie a passo spedito.

Madre, padre e un paio di minuscole creature.

Si siedono al tavolo alla mia sinistra e ordinano un paio di gelati, una birra ed una Fanta.
Consumano in silenzio, lanciando occhiate a destra e manca.

Persino le piccole creature restano mute, leccando i gelati in mistico raccoglimento.
Ho a sinistra una famiglia come tante e alla destra ragazzi come tanti.

Sono lì, fermo nella Terra di Mezzo dell'esistenza, nel limbo che separa l'adulto dal giovane, la responsabilità dalla spensieratezza, l'impegno dalla leggerezza.

Continuo a fumare, ascolto, mi perdo.

L'equilibrio è nelle sfumature, dicono.

Allora, che senso ha tutto questo grigiume?

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